La sacerdotessa è un archetipo che è presente in tutte le culture da eoni. Nel passato era una figura di rilevanza spirituale, sociale e politica al servizio del divino e della comunità. Questo servizio era totalizzante e consisteva nell’essere devote, nutrire e veicolare il divino, come principio, guida e sorgente di vita, essere al servizio della comunità.

La sacerdotessa era la custode dello spazio sacro, il suo compito era sostenere le persone nei momenti di sfida e transizione, officiare le cerimonie sacre, assicurarsi che la comunità fosse nel benessere fisico e spirituale. Il suo ruolo era di accompagnare nella vita e nella morte, veicolare la guida divina e nutrire la relazione con il divino stesso. Era radicata ed espansa; estatica, vitale, devota e saggia.

Dopo secoli di oblio in cui è stata relegata, si sta risvegliando nella coscienza collettiva per ricordarci come vivere la connessione al sacro. Ci invita a incarnare la nostra essenza autenticamente e offrire le nostre capacità al mondo. Ora più che mai.

L’archetipo della sacerdotessa ci aiuta a navigare la complessità dei tempi incerti che viviamo, ci chiama a smantellare le convinzioni su cui abbiamo basato le nostre vite e la società, ci dona la capacità di camminare sulla soglia ed espandere la coscienza, ci invita ad essere il ponte tra il vecchio e il nuovo, a ricevere ed offrire guarigione.

Il viaggio per risvegliare questo aspetto dentro di noi e poi il ruolo esterno, è un viaggio personale che inizia nel Tempio della Memoria. Come archeologhe spirituali ci immergiamo alla ricerca di questa saggezza collettiva. Riconnettendo il filo spezzato nel passato, studiando e preparandoci ad incarnare questo aspetto e abbracciando con coraggio la chiamata, possiamo ricevere una nuova visione di cosa vuol dire oggi essere e vivere come una Sacerdotessa, per se stesse e il proprio mondo.

Entra in contatto profondo con la Sacerdotessa in te, ascoltala e portala nel tuo mondo oggi.